Parigi val bene una Messa
L’espressione “Parigi val bene una messa” (Paris vaut bien une messe, in francese) è forse il detto più comune tra quelli che vedono come protagonista la capitale francese.
Significato dell’espressione
Ma qual è il suo significato e – soprattutto – da chi fu pronunciata per la prima volta? L’autore di questo modo di dire entrato poi nel parlare comune è Enrico di Navarra, vissuto nel XVI secolo.
Si era alla fine del ‘500, e la Francia era dilaniata da quella che era nota come la cosiddetta guerra dei tre Enrichi, una guerra civile così denominata perché vedeva combattere tra loro il già citato Enrico di Navarra, Enrico III ed Enrico di Guisa.
Il conflitto durò per diversi anni e provocò copiosi spargimenti di sangue: alla fine a uscirne vincitore fu proprio Enrico di Navarra, il quale – di conseguenza – divenne il primo re appartenente al ramo dei Borboni a conquistare la monarchia di Francia.
Per colui che si apprestava a salire sul trono, però, si imponeva un sacrificio: era necessaria, infatti, la conversione al cattolicesimo.
Per Enrico di Navarra ciò avrebbe potuto costituire un problema, dal momento che egli era ugonotto e, quindi, di religione protestante. Ma in realtà andò tutto liscio, proprio perché “Parigi val bene una messa”: insomma, pur di diventare re valeva la pena di convertirsi (per finta o per davvero) alla religione cattolica. E così Enrico di Navarra potè diventare Enrico IV.
Il detto ai giorni nostri
Da quel momento, il detto “Parigi val bene una messa” sta a indicare una circostanza nella quale ci si può sacrificare pur di raggiungere un obiettivo alto: nel caso di Enrico si trattava di dire addio alla fede protestante e di abbracciare il cattolicesimo in modo tale da salire sul trono di Francia.
Per arrivare ai traguardi che si auspicano, è possibile accettare delle rinunce o compiere delle azioni che – pure – non sarebbero eticamente ben viste: e in effetti Enrico IV si rese protagonista di un atto indecoroso dal punto di vista morale, dal momento che non esitò ad abiurare il calvinismo e a diventare cattolico pur di far suo il potere.
Chi era Enrico IV
Ma chi era Enrico IV? Noto anche con il nome di Enrico il Grande, era nato nel 1553 e sarebbe morto nel 1610. Educato dalla madre Giovanna sulla base dei precetti calvinisti, a soli 19 anni diventò re di Navarra e sovrano della contea di Fox, assumendo il nome di Enrico III di Navarra; in seguito sposò la sorella di Carlo IX, Margherita di Valois, ma venne obbligato ad abiurare in seguito ai fatti della notte di San Bartolomeo, quando su ordine di Carlo IX gli ugonotti di Parigi vennero massacrati dalla fazione cattolica: in tutto morirono non meno di 5mila persone, anche se alcuni storici parlano addirittura di 30mila vittime.
Nel 1576, però, Enrico tornò al comando della fazione dei protestanti e decise di riabbracciare la fede ugonotta, diventando l’avversario principale della famiglia Guisa.
Per gli esponenti dei diversi credi seguì un periodo di pace relativa, assicurata dai nuovi editti, fino a quando nel 1585 cominciò la Guerra dei Tre Enrichi: Enrico di Navarra era il rappresentante dei protestanti, Enrico di Guisa era il rappresentante dei cattolici ed Enrico III era il rappresentante dei realisti.
Ma alla fine, come si è visto, per arrivare al potere la fede poteva essere messa da parte: Parigi val bene una messa.
P.S. questa frase viene accostata, erroneamente, anche a Napoleone Bonaparte o a Carlo Magno, ma come abbiamo visto è riconducibile unicamente a Enrico IV.
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